6 cose che ho imparato pubblicando il mio primo romanzo
anapaula
6 cose che ho imparato pubblicando il mio primo romanzo
Come vi raccontavo nel post precedente, ho scritto Next 9 per caso e per necessità. Il mio primo romanzo inedito sarà disponibile a breve su Amazon in formato eBook e con un po’ di pazienza potrete anche avere la vostra versione cartacea.
Un progetto lungo 4 anni, ancora mi chiedo se qualcuno oltre alla mia cerchia di amici lo comprerà. Eppure mi importa poco di quante persone lo leggeranno: grazie alla pubblicazione di questo libro ho imparato moltissimo e rifarei tutto da capo.
Ecco le 6 cose ho imparato in questo percorso:
- Scrivere la storia è la cosa più semplice. Tutto quello che ne segue è incredibilmente difficile. La correzione è un processo doloroso, ma necessario. Ho dovuto cancellare molte parti e riscriverne altre. Poi ci sono state le ricerche in campo editoriale in Italia, la scelta del metodo di pubblicazione, la scelta di un agente letterario (anzi due), la creazione della copertina, la promozione. Ho investito meno tempo nello sviluppo narrativo che in tutto il resto.
- Pubblicare un libro non è un lavoro solitario. Come per tutti i progetti fatti bene ci vuole un team, una strategia e l’esecuzione. L’idea dello scrittore solitario che trova l’ispirazione guardando fuori dalla finestra, e pubblica un libro da solo, non esiste. La pubblicazione è un processo complesso che comporta molte fasi diverse da gestire ed eseguire bene, e ricordate: nessuno è esperto in tutto. Trovare le persone giuste che ti aiutino è fondamentale.
- Lavorare con professionisti. Per quanto gli amici ti possano aiutare, niente vale come l’opinione degli addetti ai lavori. Ero convinta di aver scritto qualcosa di poco interessante, motivo per cui il romanzo è rimasto per più di un anno fermo nel mio computer. È stata l’opinione di Barbara e la sua esperienza professionale nel campo dell’editoria a farmi capire che valeva la pena provarci e a dirmi cosa mi dovevo aspettare dal mio primo romanzo inedito. La scelta dei professionisti, però, non è avvenuta certo senza difficoltà (vi spiegherò la storia in un altro post).
- Creare il proprio Personal Brand. Va molto di moda il concetto di Personal Brand, se non fosse stato per l’esperienza con il mio romanzo non ne avrei conosciuto il significato. Nel mio percorso di pubblicazione qualcuno mi ha detto: “Ana, tu sei invisibile su internet. Se vuoi che qualcuno legga il tuo libro al di fuori della tua cerchia di amici devi crearti un’immagine sui Social media e promuovere la tua opera”. Grazie a questa analisi schietta della mia presenza (o meglio, assenza) nel web, ho lavorato sul mio personal brand, ho creato un blog, e ho cominciato ad usare i social media in modo costruttivo (tutto ancora work in progress).
- Non prendersi troppo sul serio, ma crederci almeno un po’. Fin dall’inizio sapevo di non aver scritto il romanzo del secolo e non ho mai pensato di diventare la prossima J. K. Rowling. In poche parole non credevo né in me né nel mio lavoro. Questo è stato un grande errore perché ha rallentato tutto il processo di pubblicazione. Il romanzo è sempre stato un progetto con priorità bassissima nella mia vita piena di impegni. Ad un certo punto, però, ho dovuto crederci e metterci tutto l’impegno.
- L’importante è il percorso e non la meta.Sembrerà banale, eppure è verissimo: consiglierei a tutti di scrivere un romanzo e pubblicarlo. Quello che ho imparato con questo progetto editoriale è incredibile. È stato un percorso personale molto importante e poco importa come andranno le vendite, grazie a Next 9 ho scoperto che mi piace scrivere!